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23/06/13

Diventare zia

E' meraviglioso diventare mamma.
Un'emozione paragonabile a nient'altro.

Ce solo un'altro evento che ci si avvicina.
Questo qualcosa che ti riempie il cuore con un sentimento che ci resta.
Tutta la vita.

Diventare zia.
Oggi, 26 anni fa, la sono diventata .

In maniera contorta perché mia sorellina è "arrivata prima" di me.
Aveva solamente diciannove anni.
Invece della patente ha avuto una bambina.
La mia nipote.

Ovviamente ci sono andata per vederla appena possibile. Ovviamente mia sorella ha messo questa piccola, stranamente lunga e fragile bebe tra le mie braccia.

 Era la prima volta che tenevo un bebe di pochi giorni nelle mie mani. Paura mescolato con gioia in una specie di sbornia di felicità.
Sì, amore a prima vista. Non ne avevo mai abbastanza.
Mia sorella l'aveva capito. Mi dava la bella Emma da accudire spesso nei weekend.
Per coccolarla e goderla.

Quando mia nipote aveva circa otto mesi io abitavo e studiavo a Malmö. Mia sorella viveva a Lund che sta praticamente attaccato a Malmö. Spesso nei fine settimana andavo a prenderla per poi proseguire per la casa di miei. Ogni tanto me la portavo a casa mia.

Era una compensa per me. Dopo una lunga settimana era come finalmente respirare.
Stare con Emma.

E chiaro che abbiamo vissuto dei momenti difficili anche. Il marito...prima di diventare mio marito...che una volta in visita in Svezia non si scorderà mai una gita che facemmo lui, io ed Emma in giro per Österlen.
Un viaggio che doveva essere così bello e culturale si trasformò in un unico urlo. Una bambina incavolata nera che tutto il tempo voleva esattamente il contrario di ciò che volevamo noi. Stava seduta sotto un tavolo a un ristorante a Simrishamn rifiutandosi di mangiare le polpette che noi le avevamo ordinato sulla sua richiesta. Il silenzio ottenemmo solo quando comprammo il maledetto gelato.
Emma cresceva e io sono andata a vivere in Italia quando lei aveva cinque anni.





Ci vedevamo ovviamente ogni volta che sono stata in visita in Svezia.
Mi ricordo in particolare una volta che lei era venuta a sapere che ero vicino casa sua. La nonna glie'aveva raccontato. Arrivò correndo con gli stivali di gomma addosso ma gli mancava un calzino. Il mio cuore fece un triplo salto.
Non c'era niente come stare con questa piccola ragazza.
Quando aveva nove anni le è nato un fratellino.

Poi arrivò la rottura. Mi sono arrabbiato con mia sorella...questa rabbia perenne...e non mi feci viva  quando quel anno ero in Svezia. Una volta. Non ho visto Emma. Che idiota che ero. L'anno dopo è morta mia sorella. Non intendo raccontare tutto quello che comportò. Solo dire che scrivevo mail, lettere. Mandavo pacchi. Alcuni arrivarono. Altri no. I servizi sociali non risposero. Anche mio cognato morì.
Mi vedevo con il fratellino di Emma. Erik, che era così fiero del suo piccolo cugino italiano.

Un bel giorno arrivò una risposta. Un assistente sociale nuovo con voglia di lavorare mi rispose. Spiegò. Incoraggiò.
Emma aveva diciotto anni quando mi arrivò una mail da lei. Non mi scorderò mai come ero vicina ad avere un'infarto vedendo chi mi scriveva. Nemmeno dimenticherò come giravo dopo in una specie di capogiro di felicita. Come sempre ubriaca, tipo.
Dopo quella seguì una serie di mail. Una specie di indagine di tutto quello che era successo anni prima prese luogo via posta elettronica. Indagavamo le cose che avevano senso sapere. Alcune cose è meglio lasciar stare come sono.

Poi ci incontrammo. Non ci sono parole per descrivere le sensazioni di quel incontro. Era come vincere il primo premio. Almeno.
Le convinse di vedere anche i miei, i suoi nonni anche. Erano così tristi di tutta la storia.
E' stato un giorno grandioso da ricordare.

E' così il tempo tic tocando è passato. La piccola bimba è oggi una parrucchiera pronta con il suo negozio proprio, a Lund.
Fiera sono Io. Felice che una vita che è stata sottoposta a botte cosi dure ha resistito. Ce l'ha fatta. Ce l'ha fatta da sola.
Sì, sono una zia fiera di una bella donna giovane che cammina con le proprie gambe.
Certo che è un po matta a volte. Certo che le capita di fare cose che fa una vecchia zia perdere il fiato.
Ma fiera come un gallo sono in ogni modo.  



Hip Hip Urrà al compleanno di Emma!






                        

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